L'Armonia di Dio!

Il Suo Amore ha suoni armonici tanto vari quanto potenti. per sentirli, bisogna vivere in sintonia costante e profonda con Lui.
Allora la sinfonia si sviluppa in variazioni molteplici nell'intimo del cuore che canta all'unisono con il Suo.
La voce della persona che sta cantando è fervore di santo amore! Dedicare a Dio
L'intimità con Lui non stanca e non affatica mai.
Chiamiamolo con fede e fiducia, e ritroveremo il seguito della melodia interiore.



mercoledì 5 maggio 2010

Gesù è Vivo!


Sono tornata da pochi giorni dal convegno nazionale del Rinnovamento che si tiene ogni anno a Rimini…porto con me tutte le sensazioni….emozioni…le lacrime di gioia e il canto di giubilo che insieme a 20,000 persone abbiamo innalzato al Signore nostro!
Mi mancano quei momenti ma ora è il momento di portare Gesù e annunciare le sue meraviglie… Il Signore ha compiuto grandi prodigi…ha strappato il velo dagli occhi e ha mostrato la sua Gloria…
Prima di partire per Rimini avevo chiesto a Gesù una Sua Parola perché con mio marito ci iniziasse all’incontro con Lui …Dopo aver pregato e invocato lo Spirito Santo il Signore mi ha detto: “Ascolta Israele, i comandamenti della vita, porgi l’orecchio per intender la prudenza”.
(Bar. 3,9)
Ho ascoltato i suoi comandamenti…i miei orecchi sono stati attenti ai suoi insegnamenti incominciando dal nostro caro Raniero Cantalamessa…che ci ha donato un insegnamento prezioso…che voglio a mia volta donarvene uno scorcio dove ci sono i punti più salienti .

Padre Raniero inizia augurandosi che possa realizzarsi qui ed oggi una esperienza di vera e radicale conversione, di quelle in cui lo Spirito Santo «dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato» (Gv 16,8).
Occorre distinguere tra i peccati, al plurale, ed il peccato, al singolare e che potremmo quasi scrivere con la lettera maiuscola. Questo peccato potrebbe essere paragonato ad un albero che produce frutti marci. Nelle nostre confessioni – continua nel suo esempio – spesso ci limitiamo a raccogliere questi frutti marci. Oggi potremmo porre la scure alla radice. Da giovane – racconta – sono rimasto colpito dal fatto che il ceppo di un albero non viene via se non si mette l’accetta sul “fittone”, una specie di radice madre. Questa radice madre dell’albero peccato, questo peccato radicale, consiste nel non riconoscere Dio. Non si tratta, tanto, del non credere in Dio, quanto del rifiutarsi di dargli la gloria che gli spetta.
«Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore…». Quando cerchiamo la nostra gloria e accampiamo diritti davanti a Dio non facciamo che adorare l’opera delle nostre mani ed essere idolatri.
Ecco identificata la radice del nostro peccato, una sola lettera la divide dalla parola Dio: “io”, me stesso. Non si tratta qui di rinunciare a quello che noi siamo – avverte Padre Raniero – ma a quello che siamo diventati, a questo “falso me stesso” che abbiamo fatto crescere non mettendo mano alla “scure” della Parola di Dio, che è la spada dello Spirito e ci rivela la verità su noi stessi. Occorre scegliere tra due modi di vivere: per noi stessi, mettendo al centro il potere, i soldi e il nostro comodo, o per il Signore, come ci invita Rm 14, 8, facendo della gloria di Gesù il centro della nostra vita.
Il problema di far entrare Cristo nella nostra vita è tipico di una fase di prima conversione; nei momenti di crescita spirituale, invece, quando si tratta di fare un passaggio di livello nella nostra vita spirituale, il problema non è tanto quello di far entrare Cristo in noi quanto quello di farlo uscire. Cristo è dentro di noi e bussa per uscire allo scoperto e permeare tutte le zone della nostra vita. Spesso, invece, finisce con l’essere murato vivo in un cuore di pietra, magari non proprio prigioniero, ma certamente in libertà vigilata: “questo puoi chiedermelo, questo no”. Così il messaggio che Cristo ci invia a portare al mondo non raggiungerà mai il destinatario perché – spiega Padre Raniero citando Franz Kafka - il messaggero è irretito, la città è ingombra di ostacoli ed il mondo aspetterà invano alla finestra un messaggio che non arriverà.

Signore io desidero annullarmi per vivere solo per te…che sei la Verità…
Illuminami Signore perché la Verità stia in me per sempre!
Ma la Misericordia di Dio non è finita ancora…dopo aver conosciuto la radice dei nostri peccati…riconosciuti e donati al Signore per mezzo del Sacramento della Riconciliazione Gesù ci ha donato la guarigione attraverso il fratello Damian Stayne, fondatore della comunità “Cor et Lumen Christi” e laico impegnato oramai da diversi anni nel ministero di guarigione in tutto il mondo.
Con tutto il cuore desidero donare il suo insegnamento perché ognuno sappia che siamo “Prodigi di Dio”


“Io sono qui questa mattina per annunciare che Gesù è vivo”. Con queste parole ha dato inizio alla sua relazione che per la prima parte è stata improntata alla riscoperta del valore della Parola di Dio, che non deve essere solo ascoltata nella mente o suscitare emozioni, ma che deve essere e diventare Parola di rivelazione. “Ogni Parola deve esser scritta con la rivelazione dello Spirito Santo e noi abbiamo bisogno che la Parola ci trasformi nella gloria di Dio” ha affermato l’Oratore.
Invitando l’assemblea a dividersi in quattro gruppi ha chiesto di proclamare, a turno e a voce alta, le parole: “Gesù è vivo” per prendere maggiore coscienza della presenza del Vivente in mezzo al popolo dei convocati.
“Con il battesimo il soprannaturale viene inserito nel nostro Dna”. Questo il richiamo di Damian Stayne che ha introdotto un secondo momento della sua relazione attraverso il quale ha messo in evidenza come la Chiesa tutta debba risvegliare la propria chiamata profetica ed esercitare il ministero e la fede del soprannaturale.
“Per Dio non esistono malattie difficili” – ha proseguito il Relatore – facendo riferimento a vari episodi del Vangelo nei quali si narra di come Gesù passava guarendo ogni tipo di malattia e di infermità. “Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità” (Mt 10, 1), citando questo passo Stayne ha continuato evidenziando come quella stessa potenza di Gesù sia presente oggi potenzialmente nella Chiesa e in ogni cristiano e come tutto ciò che viene assunto in Cristo Risorto assuma la sua stessa natura.
“Il miracoloso va amato, operato, proclamato” – ha affermato il Relatore – che ha voluto sottolineare come ogni volta che si pensa alla Chiesa cattolica si debbano considerare anche i segni e i prodigi di Dio e ha ribadito che la stessa potenza di Gesù passa attraverso ogni cristiano. Ma per esercitare il “ministero soprannaturale” occorre innanzitutto la fede, da lui definita “madre dei miracoli”. “La fede – ha detto – è certa più di ogni conoscenza umana perché fondata sulla parola di Dio.


Ho vissuto e toccato con mano i prodigi che il Signore ha fatto in mezzo a noi…persone che hanno lasciato le sedie a rotelle sul palco…apparecchi acustici, stampelle.
ciechi che hanno riacquistato la vista e tante guarigioni spirituali…
Spero che questa mia testimonianza possa essere strumento di speranza e di apertura di cuori induriti a causa di una vita fatta di dolori.
La vita è un dono meraviglioso…lodiamo il Signore soprattutto quando viviamo nella sofferenza e ringraziamolo anche per i dolori….le lacrime e le delusioni. Gesù ci ama e vuole solo la nostra felicità…Lui solo sa cosa è meglio per noi…desideriamo soltanto il suo amore e Lui ci guarirà da ogni male!
Diciamogli ogni giorno: “Tu sei il mio Dio e... credo in Te
solo per te vivrò e nulla temerò”
Gesù è il Signore Alleluia!