battuta dal vento gelido
e sedevo per terra appesantita dalla noia,
vestita come una misera stracciona...
Tu, Signore, sei passato, mi hai guardato
e i nostri occhi si sono incontrati.
I miei erano come spenti,
ma i tuoi erano luminosi come il sole.
Tu mi hai preso per mano e mi hai voluto con te.
Non ti conoscevo e nulla sapevo di te.
Potevi prenderti una che ti conosceva,
una meno sporca di me,
una meno sbagliata di me.
Invece, no: hai voluto proprio me.
Non so proprio cosa hai visto
di interessante in me!
Non te lo chiedo nemmeno
tanto so che non valgo niente.
Eppure hai scelto proprio me,
ultima fra gli ultimi,
per farmi diventare
un capolavoro del tuo cuore.
Come non ringraziarti, Signore,
ora che, con te, la vita
mi è diventata più preziosa
di mille pezzi d'oro fino?
Ora che i miei stracci sono cambiati
in una veste regale
e da donna insignificante e inutile
sono diventata cellula viva
del tuo corpo, piena di affascinante mistero,
come non cantare la tua lode,
come non adorarti presente e operante in me?
Amen.
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